Essere genitori è sicuramente uno dei ruoli più difficili da ricoprire.
Spesso, come genitori, ci ritroviamo ad affrontare delle difficoltà tanto nella gestione del quotidiano quanto nella gestione di eventi problematici o traumatici specifici.
La capacità di instaurare una buona relazione con i figli, incentrata su una comunicazione corretta ed efficace che produca comprensione e rispetto reciproco, non è automatica; come non è automatica né scontata la capacità di gestire le emozioni e le conseguenti dinamiche che si stabiliscono naturalmente all’interno del nucleo familiare.
Ogni singolo componente della famiglia attraversa diverse fasi esistenziali in momenti diversi creano a sua volta per il sistema famiglia un’ulteriore fase che spesso ha bisogno di luoghi di accoglienza e confronto per averne una lettura chiara e veritiera e per comprendere come affrontarla in modo costruttivo.
I percorsi di sostegno alla genitorialità dunque, non sono pensati per famiglie problematiche o particolarmente disfunzionali ma possono rappresentare un cammino utile a qualsiasi genitore per migliorare la relazione con i figli, le dinamiche familiari e la crescita dei singoli membri.
Ma c’è di più: il “sostegno alla genitorialità” vuole essere non solo una risposta alle difficoltà e al disagio nei quali i genitori possono trovarsi come educatori e modelli, ma anche una strategia volta alla prevenzione di varie problematiche.
Non è quindi una psicoterapia, che ha finalità di cura. Non è un percorso di parent training, che invece è un addestramento cognitivo e comportamentale per gestire meglio specifici disturbi evolutivi del figlio, ma soprattutto non è una valutazione sulle capacità genitoriali.
Il sostegno alla genitorialità è un intervento di supporto psicoeducativo che persegue l’obiettivo di aiutare i genitori a riconoscere e affrontare situazioni o periodi di crisi nella crescita del figlio adolescente.
Il sostegno genitoriale è un lavoro sul ruolo e sulla funzione genitoriale: si tratta di rivedere la propria storia personale, l’elaborazione dei propri affetti, alla luce del rapporto col figlio: “che genitore sono? Chi è mio figlio? Quali sono le mie aspettative? Come mi sento quando sto con mio figlio?”
Nessun genitore vorrebbe commettere gli sbagli che i propri genitori hanno commesso con loro in passato: esserne consapevoli ci porta a non ripeterli rendendoci genitori diversi, migliori e più attenti.
Quando serve chiedere il sostegno alla genitorialità?
Le circostanze in cui è opportuno avvalersi del sostegno alla genitorialità sono riconducibili a difficoltà persistenti nel rapporto con il figlio, per svariati motivi.
I motivi più frequenti sono:
- eventi psicosociali stressanti: un lutto o una malattia grave, la separazione coniugale o la perdita del lavoro. La disperazione del figlio potrebbe mascherarsi dietro ribellione o autolesionismo.
- Crisi esistenziale del figlio adolescente: manifestata generalmente con comportamenti antisociali o trasgressivi improvvisi. Davanti a ciò i genitori, colti di sorpresa, si spaventano e rischiano di assumere comportamenti disfunzionali.
- Problemi nella relazione educativa: l’indecisione sul come entrare in connessione con il figlio in merito a determinate scelte che lo riguardano oppure l’instaurarsi di una relazione esclusivamente emozionale, priva cioè di un ambiente regolativo, porta i genitori a passare dall’eccesso di regole alla loro totale assenza senza riuscire a focalizzarsi sulle reali necessità del figlio.
- Psicopatologia del figlio: in questa situazione è indispensabile per i genitori contare sul sostegno e avere uno spazio di ascolto per comprendere e imparare a gestire l’impatto emotivo del disturbo psichico sull’intera famiglia. L’obiettivo è definire la psicopatologia e agevolare il percorso di cura del figlio.